Per il 4 ottobre c'è un biglietto prenotato, destinazione Estoril, a nome Casey Stoner. E' il Gran Premio del Portogallo, un bivio per questo giovane campione del mondo alle prese con il momento più diffcile della sua breve carriera. Non è un infortunio, una frattura, una botta. Guai che danno certezze a chiunque vada in moto, problemi per cui bastano gesso, bisturi e pomate.
Per Stoner ci sono dubbi su cause e rimedi perché - se di virus hanno parlato i medici austrliani che gli hanno consigliato lo stop - nei mesi precedenti, come disse lo stesso Casey dopo il check up in California un mese fa, è stato bucherellato in ogni modo senza che dottori e professori potessero dargli una risposta.
Per questo ora si punta tutto sul risposo, ma la paura forse anche delle stessa Ducati è che riposo e isolamento nel suo ranch australiano non siano la ricetta giusta o sufficiente per un malessere che potrebbe avere cause fisiche, ma anche psicologiche.
Per ora sono tre le gare da dimenticare insieme ad un Mondiale che per il giorno del rinetro avrà preso altre strade lontano da lui. Poco male se servisse a ritrovare lo Stoner del 2007 che poi non sembra così distante contando le 2 vittorie i tre podi e i 150 punti di quest'anno, ottenuti lottando contro avversari e fatica.
